In occasione della XIII Giornata del Contemporaneo indetta dall’AMACI – Associazione Musei d’Arte Contemporanea, la Fondazione Pietro e Alberto Rossini espone per la prima volta al pubblico l’opera di nuova acquisizione Atlas. On the Human Condition. Places and Times (2016) di Margherita Moscardini. L’opera sarà presentata dall’artista, accompagnata da Francesca Guerisoli, storica e critica d’arte, e Matteo Rossini, collezionista e fondatore della Fondazione Pietro e Alberto Rossini.
Atlas. On the Human Condition. Places and Times è un libro composto da una collezione di disegni realizzati con differenti inchiostri blu e carte, che illustrano alcuni eventi della storia umana, dall’antichità a oggi, dal mito alla letteratura. L’uso di inchiostri e carte diversi indica il carattere unico di ogni evento e la sua irripetibilità. L’opera rappresenta un momento teorico conclusivo di un discorso che Margherita Moscardini porta avanti da tempo, che muove dalle parole di Hannah Arendt: “the Polis, properly speaking, is not the city-state in its physical location; it is the organization of the people as it arises out of acting and speaking together […] action and speech create a space between the participants which can find its proper location almost anywhere and anytime.Space and location are created through plural action.”
L’artista traduce questo assunto attraverso disegni di folle negli spazi urbani. Ogni tavola che compone Atlas. On the Human Condition. Places and Times mostra la moltitudine aggregata in spazi pubblici: vuoti urbani il cui profilo è suggerito dalla forma stessa della folla, essendo omesso ogni riferimento all’ambiente costruito; gli unici dati presenti nelle tavole sono i riferimenti geografici e temporali di ciascun evento. Come dice Judith Butler, quando la moltitudine si riunisce per rivendicare lo spazio pubblico, l’ambiente materiale diventa supporto dell’azione e allo stesso tempo è riconfigurato dall’azione.
Il libro, installato alla parete di una sala del Rossini Art Site, viene prelevato dalla sua sede da un delegato dell’artista ogni qualvolta i visitatori vi entrino in contatto: posizionato su un piano apposito, ne vengono mostrate le pagine, una a una. Chi è autorizzato a sfogliare il volume ha il compito di comunicare oralmente la qualità dell’evento.
Margherita Moscardini (Donoratico, LI, 1981) indaga le relazioni tra i processi di trasformazione di ordine urbano, sociale e naturale che appartengono a specifiche aree geografiche. Il suo lavoro si concentra su aree abbandonate e siti in demolizione, in cui il sistema degli scarti della demolizione diventa un paradigma delle complessità locali.
La sua pratica privilegia il processo e i progetti a lungo termine, considerando il contesto come mezzo: l’architettura preesistente, il paesaggio – nelle sue caratteristiche geo-morfologiche – su cui l’ambiente materiale è progettato, e come i piani urbani condizionino il comportamento delle comunità locali. Il contesto suggerisce spesso questioni specifiche, materiali e metodi il lavoro, che l’artista realizza attraverso interventi di larga scala, disegni, scritti, modelli in scala e video-documenti.