13.05.2017 | Raymundo Sesma | Campo Expandido

La Fondazione Pietro Rossini presenta la mostra personale di Raymundo Sesma, Campo Expandido (campo espanso), a cura di Francesca Guerisoli, seconda esposizione del ciclo “Gli amici di Alberto Rossini”, dedicato agli artisti che hanno intrattenuto fervidi rapporti di amicizia e condiviso la propria progettualità artistica con il collezionista.

Raymundo Sesma, artista multidisciplinare nato a San Crsitobal de las Casas, Chiapas, Messico, espone quaranta tra sculture e opere grafiche e realizza due interventi site-specific che interessano il padiglione di James Wines e il container industriale situato nel parco della collezione. Diciotto sculture, quattordici opere grafiche e numerose fotografie e video che documentano gli interventi della serie Campo Expandido ne fanno una delle mostre più ricche dedicate alla produzione dell’artista messicano.

Il progetto Campo Expandido viene portato avanti da Sesma dal 1994, anno in cui lo ha realizzato a Puebla, in Messico, e consta di oltre quaranta interventi in città tra cui Basilea, Città del Messico, Città di Puebla, Guanajuato, Monterrey, Isola della Certosa a Venezia, Torino, Milano, Viggiano. Con Campo Expandido VIII, realizzato ad Albuquerque in Nuovo Messico (USA), Sesma ha ricevuto l’Honor Award 2007 dall’American Institute of Architecture. Gli interventi di Campo Expandido coinvolgono le architetture e i grandi oggetti presenti nel tessuto urbano, che subiscono una metamorfosi nell’estetica che ne amplia il senso originario. L’artista attua una “riqualificazione cromatica” dei quartieri, conferendo alle architetture, in genere dismesse, una rinnovata dignità, facendole diventare nuovi punti di riferimento cittadini. Come la gru marittima “carroponte” dipinta a Basilea nel 2007 (Campo Expandido VII), di cui la collezione Rossini conserva ed espone in occasione della mostra la scultura in scala. I progetti di Sesma creano architetture dinamiche che animano i quartieri desolati tipici di molte città, che la politica ignora e spesso denigra. Per tale motivo l’artista parla di un’arte sociale, di un’azione che è fatto politico e non solo estetico. Lo spazio interessato da Campo Expandido diviene luogo in cui l’estetica si esercita come risorsa e come strumento di intervento nel mondo, azione pratica che dà senso alle cose e all’ambiente urbano dal punto di vista spaziale e paesaggistico.

Con Campo Expandido LI, Raymundo Sesma interviene sulle superfici interne del padiglione di James Wines modificando la percezione dello spazio fisico e psichico attraverso i tipici interventi di pittura che caratterizzano questo progetto. Le pareti dei tre piani del padiglione subiscono un camuflage pittorico in bianco e nero, che travalica la suddivisione degli spazi e si fa “pittura ambiente”. Le pareti, quindi, non sono più presenti a livello percettivo: il sogno di Alberto Rossini, che il padiglione divenisse spazio puro senza il limite dei muri, trova realizzazione con Sesma. Con Campo Expandido XLI, protagonista è invece il container in situ nel parco della collezione. Un oggetto che diviene landmark per l’intero periodo espositivo, che pone in relazione lo spazio interno del padiglione con quello del parco, sfruttando appieno le potenzialità e le intenzioni del progetto di comunicazione tra interno ed esterno pensate dall’architetto Wines.

Raymundo Sesma è l’ultimo artista con cui Alberto Rossini ha collaborato ed è sua l’ultima opera entrata a far parte della collezione. Se Rossini, nell’arco di cinquant’anni, ha collezionato opere in cui al centro vi è la materia, in questo caso a interessarlo è invece la capacità dell’artista di agire nello spazio, risignificando oggetti e ambienti grazie a interventi pittorici. La meraviglia che scaturisce dai lavori di Sesma, in particolare da Campo Expandido VII a Basilea, in cui il carroponte diviene scultura urbana, è ciò che seduce il collezionista: il mezzo industriale in disuso conserva la sua forma e con essa la sua storia, e al tempo stesso l’intervento ne amplia il significato. “L’uso artistico dell’architettura urbana in relazione al paesaggio – dice Sesma – si riferisce in particolare alle sue caratteristiche originali, in modo da mantenere la sua qualità e la sua importanza, prima e dopo la sua messa in opera. L’intenzione non è quella di modificare il suo senso, ma di aprire altri livelli di conoscenza”.