18.09.2016 | Flavio Favelli | Container Lenin

Fondazione Pietro Rossini, con la collaborazione di Rossini Art Site, presenta la nuova opera di Flavio Favelli, Container Lenin, a cura di Francesca Guerisoli, realizzata per il parco di sculture Rossini  in occasione dell’appuntamento annuale “Ville Aperte in Brianza”. Favelli sceglie di intervenire su una scultura della collezione Rossini,  rievocando simultaneamente il proprio vissuto personale e un particolare momento storico.

Al centro della sua opera pone infatti l’oggetto più controverso del parco:  il monumento a Lenin, abbattuto dalla popolazione di Tallinn, in Estonia,  nel 1991 e parte della collezione dal 1994. Il 1991 fu l’anno in cui l’Estonia  si proclamò repubblica indipendente dall’URSS, dando il via a un processo  che portò in breve tempo alla disintegrazione del sistema comunista negli Stati dell’Est.

Come in ogni processo di trasformazione, i primi elementi a essere eliminati  furono i simboli del passato e, una dopo l’altra, le statue raffiguranti Lenin  e gli emblemi della dottrina comunista vennero abbattute dalla folla.

La scultura di Lenin arrivò successivamente presso una ditta italiana  per essere fusa al fine di ottenere metallo. Grazie alla lungimiranza di alcuni operai, che si rifiutarono di distruggere il monumento  in quanto testimonianza di un pezzo di storia del Novecento, l’ordine impartito dalla direzione non fu eseguito e Alberto Rossini,  amante della storia oltre che dell’arte, non appena ne venne a conoscenza,  decise di acquistare la scultura e di collocarla nel parco.

Flavio Favelli recupera quel simbolo di un passato a noi così vicino:  attraverso l’ausilio di un container industriale, ricolloca la scultura di Lenin  su un basamento, ridandole la sua originaria statura di monumento ma sottraendone la funzione celebrativa, impiegando la base del container  come superficie per una narrazione dipinta:  “Nella mia vita Lenin è una figura molto importante soprattutto perché  è una figura esotica che ha incarnato per tanti anni un ideale lontano,  estetico più che politico. L’Unione Sovietica era un luogo di fascino, un mondo a parte. Visitai con mia madre il mausoleo di Vladimir Ilic Ulianov nel 1980,  avevo tredici anni; in pochi allora andavano a Mosca. 

Il mausoleo è stato, ed è ancora, una delle architetture che considero più interessanti.  La scritta in cirillico ‘Lenin’, rosso scuro su porfido nero,  è forse la prima che ho percepito come un’immagine, come figura, quasi come un logo.  Nel 1978 facevo la raccolta di figurine Panini del Mondiale di Argentina.  C’era la Russia, che allora si chiamava Unione Sovietica, da noi URSS.  Sulla figurina dello scudetto della nazione c’era la didascalia SSSR,  traslitterazione dal russo di CCCP,  che era impressa sul petto delle maglie rosse.

Le facce dei calciatori erano strane, alcuni tipo tedeschi dell’Est, altri un po’ turchi.” In occasione dell’inaugurazione, Flavio Favelli eseguirà una performance legata all’installazione,  ampliandone il senso di riflessione storica attraverso l’impiego del gesto in chiave autobiografica.

Nei giorni seguenti all’inaugurazione che si terrà domenica 18 settembre alle ore 18.30, Container Lenin sarà visibile presso il RAS Rossini Art Site, fino al 23 ottobre 2016.