4.10.2012 | Italo Zuffi | La penultima assenza del corpo

Due performance autonome, che l’artista mette in relazione attraverso un temporaneo movimento comparativo (somma e sottrazione) che focalizza sul corpo, o meglio sul concetto di corporeità intesa nella sua valenza singola e collettiva.

Ci sarà un padiglione. Uno spazio pensato da un architetto di talento. Di questo padiglione verranno utilizzati due piani, uniti tra loro da una scala che si trova al centro dello spazio, come fosse un organo capace di unire due diversi volumi, posizionati uno sull’altro. Il pubblico incontrerà degli oggetti di scena e due narrazioni raccontate dalle voci di due attori. Un attore per piano e per stanza. Una narrazione per attore. Due performance concepite come distinte, ma che per un giorno funzioneranno insieme.
In uno dei racconti, sentirete, è presente la parola “allegoria”, ma non è di essa che si tratta. Piuttosto, il contenuto di quel testo penso possa rientrare nella casistica dell’aneddotica. Verrà raccontato un episodio accaduto nel 2011. Una volta ho letto che il romanzo moderno è nato nel momento in cui è iniziata a entrare in crisi la capacità delle comunità di narrare delle storie. E fino a quel momento narrare significava riproporre avvenimenti reali o presunti tali. Eventi portatori di senso e significato (spesso morale) che quelle società erano in grado di identificare come rabdomanti.
Forse sarà la seconda narrazione, nell’altra stanza, legata ad un fatto accaduto pochi giorni prima dell’altro, ad avere maggiormente i caratteri di un’allegoria. Entrambi, sia l’aneddoto sia l’allegoria, avranno a che fare in qualche modo con l’Italia. Ma allo stesso tempo ci parleranno di corpi, in uno slittamento continuo da una dimensione fisica e materiale ad una sociale, in cui la distinzione tra gli individui è maggiormente sfumata e difficile da definire.

Antonio Grulli

Italo Zuffi (Imola, 1969) è un artista che utilizza scultura, performance, video e scrittura per creare “non un disegno totale, bensì una serie indefinita di stanze.” (Pier Luigi Tazzi, 2003). Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna (Diploma in Pittura, 1993), e al Central St Martins College of Art & Design di Londra (Master of Arts, 1997). Nel 2001 gli è stata assegnata la Wheatley Bequest Fellowship in Fine Art (Sculpture) presso l’Institute of Art & Design, School of Art, di Birmingham (GB). Dal 2011 è guest-lecturer in performance all’Accademia di Belle Arti dell’Aja. Il suo pensiero è da tempo attratto dai concetti di competizione, tremolio, e fede rustica. Tra i progetti espositivi in programma, due mostre a cura di Chris Sharp (Shanayanay, Parigi, e New York Gallery, New York); e Fuoriclasse a Villa Reale, Milano.