Fondazione Pietro e Alberto Rossini domenica 15 settembre 2019 inaugura la nuova performance e mostra personale di Filippo Berta, Livello 0, a cura di Francesca Guerisoli, presso il Rossini Art Site. La mostra è composta da una performance collettiva inedita, realizzata in occasione dell’inaugurazione, due video e una stampa fotografica di grandi dimensioni.
Livello 0 è il titolo dell’installazione performativa che apre la mostra. Sviluppata in relazione allo spazio del seminterrato del Padiglione Wines della Fondazione Pietro e Alberto Rossini, ne modifica radicalmente la forma e la percezione. L’intervento installativo segue una geometria essenziale che produce un nuovo ambiente immersivo, fisico e sensoriale. Un piano impalpabile di luce rossa taglia orizzontalmente in due lo spazio; il corpo del pubblico, nell’atto di percorrerlo, risulta penetrato dal fascio di luce all’altezza del ventre e diviene parte integrante dell’ambiente stesso. Il corpo non è più visibile nella sua interezza, spezzato da quel “livello 0” che produce una divisione tra un sopra e un sotto, tra un visibile e un invisibile, tra un alto e un basso. Al di sotto del piano, si muovono alcune persone che inscenano una situazione governata da dinamiche conturbanti. Qui, siamo chiamati a decidere come muoverci e come agire in un frangente di competizione e assoggettamento.
Livello 0 rientra nei lavori di Filippo Berta che tematizzano il concetto di confine e le tensioni sociali provocate dalla relazione tra gli individui e le relative società e culture di appartenenza. Attraverso le sue opere, l’artista mira a mettere in luce le difformità, le tensioni, le opposizioni, le disarmonie sociali che traduce in opere caratterizzate dall’esaltazione di piccoli gesti quotidiani. I suoi lavori prendono la forma prevalentemente di performance collettive, spesso sintetizzate in un’unica immagine e in video brevi. Sono due i video che compongono la mostra, che si sviluppa al piano terra e al primo piano del padiglione e termina con la Sala FPAR. Nel video Homo Homini Lupus (2011, 3’4”), tre lupi immersi in un paesaggio apocalittico si contendono e dilaniano la bandiera italiana. I tre lupi rappresentano una collettività omogenea che comprende in sé diverse identità le quali, eccitate da un istinto violento di sopravvivenza, strappano e accumulano le risorse altrui, per poi imporre il proprio potere. La bandiera nella storia dell’uomo ha sempre definito un territorio entro cui avviene questa lotta fratricida e simboleggia l’imposizione del proprio potere sugli altri. Sulla retta via (2014, 2’12”), video finalista al Talent Prize, visualizza una linea che ridefinisce continuamente se stessa: decine di persone si muovono lungo la riva del mare di una spiaggia deserta, cercando di seguire il confine effimero definito dalle onde. L’azione collettiva rende, così, visibile una linea infinita perennemente spezzata. La difficoltà di tracciare una linea perfetta rappresenta la sfida per l’uomo di trovare un equilibrio tra la sua natura intuitiva, emotiva, e il ruolo definito dalla società che guida l’individuo verso modelli standardizzati.