Fondazione Pietro Rossini presenta presso il parco di sculture Rossini Art Site di Briosco la mostra “Erik Dietman”, a cura di Francesca Guerisoli, dedicata alla produzione scultorea dell’artista di origini svedesi, trasferitosi presto in Francia, che fu vicino alle correnti del Nouveau Réalisme e del Fluxus.
Allestite sia all’interno del padiglione disegnato da James Wines sia nel parco, 18 sculture di varie dimensioni testimoniano la particolarità della produzione dell’artista, che si muove tra le ferite e le contraddizioni del suo tempo intrise di un senso dell’umorismo sempre presente. Pierre Restany scrisse a proposito di Erik Dietman: “se il suo humor poteva sembrare ironico era perché sapeva sottolineare impietosamente le debolezze dell’uomo, ma l’artista amava l’uomo proprio per le sue debolezze”.
La mostra è composta da due nuclei di opere che risalgono agli anni novanta: una selezione di sculture, di grandi dimensioni, parte della collezione Rossini e un gruppo di sculture in bronzo, di piccole dimensioni, provenienti dalla Galerie Papillon di Parigi. Opere modellate dall’artista e opere realizzate con l’ausilio di macchinari industriali: in entrambi i casi, le sculture assumono forme mai scontate, la materia dà vita a personaggi di fantasia, tra l’onirico e il visionario.
A un anno esatto dalla scomparsa di Alberto Rossini, “Erik Dietman” è la prima mostra del ciclo “Gli amici di Alberto Rossini”, dedicato a quegli artisti che, nel corso degli anni, hanno intrattenuto fervidi rapporti di lavoro e di amicizia con il collezionista. Della collezione Rossini fanno parte una decina di opere di Dietman, nate da uno scambio proficuo tra l’artista e il collezionista e dalla sperimentazione progettuale del programma CAD, utilizzato da Dietman avvalendosi delle competenze di Ranger, industria fondata da Alberto Rossini e fortemente attiva come partner di componenti per l’industria automobilistica. L’artista fu impressionato dai processi di fresatura a cinque assi a cui aveva assistito personalmente alla Ranger e quindi propose ad Alberto di realizzare delle opere che si avvalessero della tecnologia impiegata dall’industria: frutto di questa sinergia, tra il 1999 e il 2002, nacque una serie di opere in bronzo, ghisa e acciaio, ora in parte disseminate nel parco del RAS – Rossini Art Site e in parte presso collezioni del nord Europa.
In mostra saranno presenti anche disegni, progetti, lettere, video e altri documenti che raccontano sia lo straordinario rapporto di amicizia intercorso tra artista e collezionista sia le modalità con cui Erik Dietman ha saputo collaborare con l’industria per creare le sue opere.
BIOGRAFIA
Erik Dietman (Stoccolma , 1937 – Parigi, 2002) ha dato uno dei contributi più originali alla scultura del XX secolo. Il suo lavoro mette insieme realtà e poesia, coadiuvati da un sottile umorismo. Realizza disegni, dipinti, assemblaggi, sculture monumentali, installazioni e utilizza la parola e il linguaggio amando descriversi come “un poètre raté” (un poeta fallito). Vicino sia al Nouveau Réalisme, in particolare a Daniel Spoerri e amico intimo di Pierre Restany, sia al Fluxus di Robert Filliou, Ben e Nam June Paik, ha sempre preferito stare al di fuori dei gruppi, sebbene molti dei suoi lavori dei primi anni francesi siano stati indicati come Fluxus.
Tra le mostre personali si segnalano: Musée d’art moderne de la ville de Paris (1975); Moderna Museet, Stoccolma (1976 e 1987); Palais des Beaux-Arts, Bruxelles (1981); Stedelijk Museum, Amsterdam (1988); Centre Georges Pompidou, Parigi (1994); Musée d’art moderne, Saint Etienne (1997 e 2010); FIAC, Parigi (1999); Nationalmuseum, Stoccolma (1999); Musée d’art moderne et d’art contemporanine, Nizza (2001); Palazzo delle Stelline, Milano (2002).