Sabato 12 settembre 2020 la Fondazione Pietro e Alberto Rossini ospita la performance di Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) Consegna all’artista una tua banconota (minimo 50 Euro) ed egli la trasformerà con acido solforico e te la restituirà, corredata di certificato. La performance, a cura di Francesca Guerisoli, si tiene presso il Rossini Art Site a partire dalle ore 18, in uno spazio selezionato il giorno stesso tra il Padiglione James Wines e il parco della collezione Rossini, compatibilmente con le norme dettate dalle esigenze anti contagio Covid-19.
La performance, agita direttamente dall’artista, è una riedizione di Give the artist a banknote of yours (minimum 20 euro). He will transform it with sulphuric acid and will give it back to you, together with a certificate / Dai all’artista una tua banconota (valore minimo 20 euro). Egli la trasformerà con acido solforico e te la restituirà, corredata di un certificato, realizzata per la prima volta nel 2007 nell’ambito della mostra collettiva “Looking for the Border. A conceptual line of the Italian and the Belgian artistic research between the iconic and ironic” presso il Cultuurcentrum Strombeek di Bruxelles e riproposta successivamente nelle mostre “Solo24Ore24Stunden” al Museion di Bolzano, “L’argent” a Le Plateau di Parigi (2008) e ad “Arte: Affari, Lavoro o Perditempo” da Furini Arte Contemporanea, Roma (2013).
Per la prima volta la performance viene realizzata in Lombardia. Consegna all’artista una tua banconota (minimo 50 Euro) ed egli la trasformerà con acido solforico e te la restituirà, corredata di certificato pone al centro la relazione tra individuo e denaro, stimolando riflessioni sul tema dello scambio e sui paradossi visibili e invisibili dell’economia, in una terra ricca quale è la Brianza, in cui crescita economica e sviluppo culturale non sempre corrono su binari paralleli.
La prima performance di Cesare Pietroiusti sul denaro risale al 2004, quando, con Paul Griffiths, alla Trafo Gallery di Budapest, realizza How to Irreversibly Transform Money”. Da allora, crea performance in cui ingerisce e/o manomette banconote, vende denaro in cambio dello sguardo dell’acquirente, regala disegni autografi che non possono essere rivenduti, aliena opere per idee. Tutto il suo lavoro si basa sulla concezione dell’artista come figura che può garantire spazi di libertà rispetto a ruoli e regole; l’artista non come antagonista, ma come colui che, conoscendo e accettando le regole esistenti, mette in atto modalità di ricombinazione e trasformazione delle stesse. Le performance di Pietroiusti sul denaro mostrano che si può giocare con le regole, che possono essere modificate attraverso il nostro immaginario nel lasso di tempo in cui si svolge l’azione. Da una intervista di Francesca Guerisoli pubblicata su “Il Sole 24 Ore”, Pietroiusti afferma che “l’artista non propone un modello di società, bensì di uso del pensiero (…). L’artista non ti dà una prescrizione su come debba funzionare la società. Dice che si può essere liberi, non come si deve fare. Ciò implica una riflessione sulle regole, e quelle economiche sembrano essere le più importanti di tutte, oggi, anche di quelle religiose”.